STEANEWS - page 2

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E così le sale del Ristorante “Ca’ Scapin” di S. Maria
di Zevio hanno accolto
più di
300 persone che
hanno potuto visitare
11 stand espositivi
alle-
stiti dal Gruppo STEA in collaborazione con i propri
fornitori partner, e assistere a tre approfondimenti
tecnici su temi importanti e attuali, come le solu-
zioni di isolamento dell’involucro edilizio, la corret-
ta posa di membrane bitume polimero e l’illustra-
zione di un innovativo sistema di drenaggio.
Il primo intervento è stato tenuto dall’Ing. Cri-
stiano Vassanelli
,
che ha parlato dell’utilizzo
delle membrane bitume polimero fornendo
indicazioni e suggerimenti per una scelta dei
materiali consapevole, ed una posa corretta.
In particolare, dopo aver spiegato che cos’è una
membrana bitume polimero (MBP) e aver quindi
descritto i componenti che la caratterizzano (bi-
tume, polimeri, copolimeri e additivi minoritari,
armatura interna, finitura esterna ed eventuale
auto-protezione leggera), l’Ing. Vassanelli ha rias-
sunto l’ampio argomento delle MBP distinguendo
tra due tipologie principali di membrane: le mem-
brane APP in Polipropilene Atattico e le membrane
SBS in Stirolo Butadiene Stirolo.
Le prime, quelle in APP, presentano un comporta-
mento tipicamente plastico e sono pertanto carat-
terizzate da una buona malleabilità; si distinguo-
no, inoltre, per una resistenza ottima, nel tempo,
all’azione dei raggi UVA; hanno un alto punto di
rammollimento (140-150° C) e alle basse tempe-
rature si presentano rigide.
Sono quindi ideali per la realizzazione di impalca-
ti stradali e per la posa diretta a caldo di asfalto
stradale.
Le membrane SBS, invece, si caratterizzano per
un’ottima elasticità e flessibilità a freddo (-30°C).
Rispetto alle membrane APP, quelle in Stirolo Bu-
tadiene Stirolo rammolliscono a temperature più
basse e per prolungare la resistenza ai raggi UVA
devono essere auto-protette a vista con scaglie di
ardesia.
Vassanelli ha poi proseguito parlando delle tipolo-
gie di armature presenti nelle membrane e distin-
guendo, quindi, tra armature in tessuto di vetro,
armature in TNT (tessuto non tessuto di polieste-
re) e armature composite formate da poliestere
e vetro. È stato poi illustrato il ruolo dell’armatura
nell’influenza del comportamento termo-meccani-
co della membrana: in particolare, l’Ingegnere ha
spiegato questo fenomeno ricordando le caratte-
ristiche termoplastiche del bitume e spiegando,
quindi, come le alte temperature rendano il bitu-
me inconsistente; per questo motivo, l’armatura
aumenta la resistenza meccanica, ma può inne-
scarsi il fenomeno del “ritiro a caldo”.
Tuttavia, il problema del ritiro a caldo si manifesta
in maniera insignificante adottando armature sta-
bilizzate di ultima generazione o stabilizzate con
fibre di vetro e, soprattutto, prevedendo una cor-
retta applicazione dei teli.
Alle basse temperature, invece, la mescola bitu-
minosa si contrae, generando tensioni; da questo
punto di vista, quindi, le
armature contenenti fibra
di vetro (materiale che
presenta una dilatazione
termica bassa) stabilizzano
meglio la situazione, ma si
può generare il fenomeno
del “ritiro a freddo”.
L’Ingegnere ha tuttavia
spiegato che il fenomeno
del “ritiro a freddo” non
provoca alcun problema
qualora ogni singolo strato
del pacchetto sia stabilizza-
to correttamente.
Vassanelli ha riassunto poi
le varie tipologie di Manti
Bituminosi Classici, distinguendo tra diverse cate-
gorie e caratteristiche; è emerso quindi che:
i
manti Monostrato
richiedono solo membrane
armate con TNT di poliestere o biarmate vv/po-
liestere di adeguato spessore
le
membrane bitume polimero APP
sono più
indicate nei climi caldi e temperati
le membrane bitume
polimero SBS
sono mag-
giormente adatte ai climi
freddi e ai casi in cui vi sia
la necessità di avere un’ot-
tima risposta elastica
nei
manti in doppio stra-
to
la membrana più espo-
sta deve essere armata
con TNT di poliestere
nei
manti sotto pavi-
mento e sotto ghiaia
è
preferibile usare mem-
brane con armatura in po-
liestere con resistenza al
puntamento elevata, così
come nel caso di
imper-
meabilizzazioni contro
terra o sotto asfalto
in caso di
pareti verticali
esposte al sole
è oppor-
tuno usare membrane
APP dotate di maggior
tenuta al calore rispetto
all’SBS.
Concludendo, quindi, è
fondamentale adottare
prodotti conformi alle de-
stinazioni d’uso previste
dalle
attuali normative
.
L’Ingegnere ha poi prose-
guito illustrando le diverse
sollecitazioni cui sono sot-
toposti i manti impermea-
bili: nel dettaglio, sono stati
analizzati gli effetti di pioggia, freddo, forze di fes-
surazione, tenuta al calore, punzonamento statico
e dinamico, radici, reptazione, riparazioni e invec-
chiamento.
In particolare, sono stati illustrati i fenomeni di
reptazione
e
fessurazione
: mentre il primo è un
fenomeno di degradazione generale che interessa
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