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(dalla prima pagina)
IL FUTURO DELL’EDILIZIA: RISTRUTTURARE
loro accessibilità, il
comfort abitativo
, coinvol-
gendo quindi anche aspetti architettonici e strut-
turali.
L’
inquadramento teorico-normativo
della riqua-
lificazione degli edifici è stato illustrato dal
prof.
Jacopo Gaspari
dell’
Università di Bologna
. Si
parte da un dato di fatto:
il 60% degli edifici esi-
stenti è stato costruito prima della fine degli
anni Settanta
. Essi quindi iniziano a presentare
importanti segni di obsolescenza sia normativa (di
adeguamento alle norme vigenti in materia strut-
turale) sia funzionale (attinente alle aspettative
degli utenti rispetto alle prestazioni di un edificio,
come ad esempio le dotazioni tecnologiche, le
modalità di riscaldamento/raffrescamento, ecc.).
Come intervenire? Un intervento strutturale spesso
non è una strada percorribile, quindi, nella mag-
gior parte dei casi, la riqualificazione coinvolge gli
aspetti della fruibilità degli ambienti e delle loro
prestazioni tecniche.
In questo ambito gli Stati comunitari devono legi-
ferare facendo riferimento alle linee guida dettate
dalla
Direttiva 31 UE
.
Quali sono
i più comuni interventi di riqualifi-
cazione
? Generalmente il
miglioramento dell’i-
solamento esterno
e la
sostituzione della
centrale termica
, a cui si possono poi aggiungere
la
riduzione dei ponti termici
, l’applicazione di
sistemi di
ventilazione meccanica controllata
e
l’
utilizzo di energie rinnovabili
.
Ciascuna soluzione indicata deve essere preceduta
da un’
attenta analisi dell’edificio
: una
proget-
tazione preventiva
dell’intervento, unitamente
ad un’accurata posa in opera dei sistemi, consente
di prevenire spiacevoli conseguenze, a volte peg-
giori della situazione iniziale da correggere, cau-
sate spesso da una superficiale applicazione di
soluzioni senza cognizione di causa.
La
figura del progettista
assume quindi un ruolo
centrale perché consente di avere una visione glo-
bale degli effetti dell’applicazione di determinate
soluzioni sull’intero ecosistema dell’edificio, con-
cetto ribadito anche dall’
ing. Valeria Erba, presi-
dente
di
ANIT
(Associazione Nazionale per
l’Isolamento Termico e Acustico). Si raccolgono
spesso lamentele di proprietari di abitazioni che
hanno riqualificato la propria casa adottando so-
luzioni indicate da professionisti con una visione
solamente parziale del comportamento termoi-
grometrico dell’edificio: per esempio, una delle la-
mentele più frequenti riguarda l’
insorgere della
muffa dopo aver sostituito gli infissi o realiz-
zato un cappotto isolante
esterno. Compito del
progettista è far capire al proprietario che
un edi-
ficio risanato ha un comportamento differente
rispetto ad uno non risanato
. Per esempio, la so-
stituzione dei vecchi serramenti elimina gli spifferi
d’aria. Sarà quindi necessario arieggiare più fre-
quentemente i locali o installare sistemi di venti-
lazione meccanica per favorire il ricambio d’aria e
smaltire l’eccesso di umidità interna che causa l’in-
sorgere della muffa.
Quello della muffa è un problema molto impor-
tante perché influisce sulla salute dei fruitori degli
ambienti e quindi sulla
qualità della vita
.
L’ing. Erba ha proseguito illustrando cosa si in-
tende per condensa superficiale ed interstiziale,
da cosa dipende la loro formazione, quali sono i
metodi di verifica previsti dalla normativa e i loro
limiti, quali sono gli interventi e le soluzioni pro-
gettuali da adottare.
Aumentare la resistenza termica della struttura al-
l’esterno, individuando i ponti termici da correg-
gere, e utilizzare materiali dotati di alta resistenza
termica all’interno sono le soluzioni più idonee per
correggere la condensa interstiziale, mentre la
presenza di condensa superficiale può essere ri-
solta con una corretta gestione ambientale: per
esempio, evitare di stendere i panni in casa, arieg-
giare quotidianamente, mantenere costante la
temperatura interna.
L’
arch. Matteo Pontara
di
Naturalia-Bau
ha ri-
preso il concetto dell’
importanza della progetta-
zione del risanamento edilizio
.
Naturalia-Bau
,
in collaborazione con Anit,
ha
sviluppato
soluzioni tecniche
, da adottare sia
nelle
nuove costruzioni
che in caso di
ristruttu-
razione
, la cui igrotermicità è stata verificata me-
diante metodi a regime dinamico (quindi
maggiormente rispondenti al reale comporta-
mento dell’edificio, rispetto ai metodi di verifica a
regime stazionario previsti dalla normativa). Tali
soluzioni tengono in considerazioni due aspetti:
- l’
inerzia termica in regime estivo
: le super-
fici devono poter gestire i picchi di calore tipici
di ambienti mediterranei come quello italiano.
Soluzioni come
Igrosan, Pavadentro e Crea-
san
consentono di aumentare notevolmente la
capacità areica;
- la capacità delle strutture di
assorbire picchi
di produzione di umidità
, limitando quindi la
necessità di ventilazione naturale o meccanica.
Soluzioni come
Procrea
consentono di assor-
bire i picchi di umidità nella prima mezz’ora.
Tutti i prodotti Naturalia-Bau inoltre sono total-
mente privi di inquinanti. Un esempio è
Muf-
faway
, un sistema a base di calce (disinfettante
naturale e in grado di assorbire l’umidità) per eli-
minare le muffe sulle pareti, totalmente privo di
sostanze chimiche.
L’isolamento termico dell’involucro edilizio nel-
l’ambito della ristrutturazione è stato affrontato
anche dall
’ing. Fabio Batella
di
Saint-Gobain
Isover
, che ha presentato il sistema
Insulsafe per
l’insufflaggio di lana di vetro isolante nelle in-
tercapedini
. La maggior parte degli edifici esi-
stenti in Italia è stata costruita in anni in cui si
utilizzavano strutture esterne con intercapedini
d’aria. L’aria tuttavia non isola termicamente l’in-
volucro. È possibile quindi sfruttare tale camera
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