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STEA FORMA E INFORMA
I
principali campi d’interesse
emersi sono stati:
lo stato del cibo e dell’agricoltura nei Paesi NENA;
le iniziative regionali contro la scarsità d’acqua; lo
scarto di genere nell’agricoltura ed in vari settori
produttivi rurali; la riduzione delle perdite e degli
scarti nelle regioni NENA; le attività prioritarie che
la FAO dovrà attuare; gli imperativi di decentraliz-
zazione (sia come sedi che come reti); ed il pro-
gramma pluriennale di lavoro (MYPOW) per le
Conferenze del Vicino Est.
I messaggi centrali
sono stati:
la scarsità
dell’acqua
è uno dei più urgenti temi da af-
frontare nel mondo d’oggi, basti pensare
che la disponibilità d’acqua per usi idro-
potabili ci si aspetta che cali anche del
50% nell’area dei Paesi NENA;
la so-
stenibilità
deve essere il concetto
che ispira tutte le azioni sulle risorse
da parte dei vari settori della società
ma soprattutto dei giovani; durante
le prossime decadi dovremo focaliz-
zarci su
modelli sostenibili di busi-
ness
ma allo stesso tempo dovremo
avere come riferimento la costruzione
di
buone pratiche di resilienza
per
collegare l’acqua alla sicurezza alimen-
tare, alla nutrizione ed all’agricoltura a
piccola scala (agricoltura di vicinato).
In poche parole anche a Roma, e partendo da
realtà nazionali tra le più problematiche del
mondo, si è posto l’accento sul concetto guida
di
costruire nessi fra varie risorse
se si vuole af-
frontare la drammatica crisi dell’acqua che ci inve-
stirà nelle prossime decadi. A Roma i
nessi
privilegiati sono stati quelli fra acqua-cibo-
scarti (e rifiuti)
.
L’urgenza della realtà fonda l’imperativo
di pensare in modo diverso l’acqua
secondo il NEXUS
Il lavoro verso la sicurezza nella fornitura d’acqua
e verso orizzonti di nuova pianificazione della ri-
sorsa
avrà a disposizione un arco temporale di
10-20 anni
: questo è il tempo massimo per
pre-
disporre nuovi nessi operativi
tra l’aumento del-
l’efficienza nell’uso dell’acqua, un’agricoltura “di
vicinato”, la riduzione critica degli scarti alimen-
tari (sia nello stoccaggio che nel trasporto che
nella distribuzione).
Il nesso dovrà operare anche nel
campo degli in-
sediamenti e dell’edilizia
a patto che anche qui
si innestino nuovi approcci, nuove tecnicalità si-
stemiche, nuova capacità inclusiva di
governance
. Il
database delle buone pratiche già realizzate in
questo senso, curato dalla
Global Water Partner-
ship
, è già ben fornito ed include esempi che
vanno, in ultra-sintesi, dal design
water sensitive
(doccia a risparmio d’acqua-fitodepurante e doc-
cia-deserto ad acqua ZERO), a parti degli organi-
smi edili (balconi - paesaggio filtranti l’aria,
fitodepuranti i reflui utili per concimazione, bal-
coni-orti urbani in parte verticali), a quartieri blu in
cui l’applicazione sinergica di vari protocolli riduce
i consumi da un minimo del 25% al 50% e prati-
camente rende ZERO i reflui (anche tramite il loro
parziale riuso).
Un piccolo esempio (TERI, India)
Uno dei principali esempi citati nella Conferenza è
il “nuovo uso delle acque” all’interno del Campus
dell’Università di TERI
(Bangalore). Allo scopo di
ridurre la domanda d’acqua nel Campus gli edifici
son stati provvisti di apparati a basso flusso come
le toilets a scarico differenziato, rubinetti con dif-
fusori e sensori che garantiscono un risparmio mi-
nimo del 25%. Inoltre i reflui generati dagli edifici
- ostello sono trattati con efficienti processi biolo-
gici che usano una combinazione di micro-organi-
smi e di bio-filtri. Il sistema locale di trattamento
delle acque richiede una bassa quantità di area e
di energia. L’acqua trattata soddisfa i requisiti per
essere riusata nell’irrigazione del verde esterno.
L’acqua di run-off proveniente dai tetti e dagli
spazi aperti è usata per la ricarica della falda ac-
quifera.
Nuovi Paradigmi, Nuove Ere:
l’era dell’Antropocene
Nel 2002 il Premio Nobel per la Chimica, Paul Crut-
zen, suggerì il fatto che l’umanità ha lasciato l’O-
locene ed è entrata in una nuova Epoca a causa
degli effetti ambientali globali, dell’incremento di
popolazione e dello sviluppo economico. Il termine
ormai entrato nella letteratura geologica (anche
se informalmente: vedi Steffen et al., 2004; Syvit-
ski et al., 2005; Crossland, 2005; Andersson et al.,
2005) per denotare l’ambiente globale attuale
ormai completamente dominato dalle attività
umane, è
Antropocene
. Quello che è ancora in di-
scussione (ad esempio presso la prestigiosa So-
cietà Geologica di Londra) è l’opportunità di
amplificare ed estendere la discussione sugli ef-
fetti descritti da Crutzen. Ci si chiede se appli-
care il criterio adottato per stabilire l’entrata in
vigore di una nuova Era è veramente giu-
stificato e se necessita della definizione di
un nuovo termine. Ed anche ci si chiede
se abbiamo chiari i confini temporali di
questa Era e dove possano essere col-
locati nel tempo. Ad ogni modo l’am-
piezza dei cambiamenti in atto,
anche se solo nelle loro fasi iniziali,
sembra a molti sufficientemente ro-
busta per poter fissare nel recente
passato storico il confine tra Era del-
l’Olocene ed Era attuale dell’Antropo-
cene. Il confine può essere fissato o
tramite una data numerica o via la fis-
sazione di Punti Globali Stratigrafici (il
“golden spike”). Ovviamente l’adozione
formale del termine Antropocene nel pros-
simo futuro dipende dalla sua utilità.
Però è proprio nel campo
delle risorse idriche
che nel 2013 si è sentito la necessita di legare il
nuovo paradigma di gestione dell’acqua (il
nesso
tra le principali risorse) all’ormai avvenuto cambio
drastico delle condizioni al contorno (il fatto che
siamo dentro l’Antropocene
e dobbiamo agire
con nuovi paradigmi operativi).
Ed ecco prima il Convegno Mondiale “
The Water,
Energy and Food Security Nexus - Solutions for the
Green Economy
”, tenutosi a Bonn il 16-18 nov
2011, e poi “
Water in the Anthropocene, Challenges
for Science & Governance
” (21-24 mag 2013, Bonn),
conferenza (a cui lo Scrivente, assieme all’Arch.
PhD Chiara Odolini, è stato invitato) che ha dato
piena legittimità al “passaggio d’era attuale” e ha
dato la stura ad una enorme produzione sia scien-
tifica che tecnica caratterizzata da un “salto epo-
cale” di qualità e di posizionamento (al quale si
sono adeguati tutte le maggiori Organizzazioni In-
ternazionali
in primis
).
E tutto è iniziato dall’ACQUA, questa volta.
Prof. Arch. Erich Roberto Trevisiol
Note
1. questo scritto fa parte di una Ricerca BMSSA (India)-
IUAV, che sarà pubblicata a breve.
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